DALLO SCOMPARTIMENTO DEL TRENO

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Non immaginavo come un banale viaggio in treno, potesse raccontare così tanto.

Illuminata d’immenso, sul sudicio sedile di un vagone.

In principio sono rimasta colpita dalla perdita di quella che, un tempo, veniva definita “cavalleria”. L’aiuto, oggi, si deve chiedere e non è affatto scontato che si ottenga. Certo, dipende da come ci si pone. Un sorriso, un “per favore”, sono sempre elementi necessari, ma di qui a vedere negli occhi dell’altro la più totale indifferenza… caspita, è incredibile.

Credo si tratti di educazione, di sensibilità, di senso civico, di solidarietà. Nessuno vince stellette al merito, certo, ma se TUTTI fossimo almeno un po’ più aperti verso l’altro, staremmo TUTTI certamente meglio.

E’ come se fossimo assetati e nessuno disposto a condividere una goccia d’acqua, perchè “è mia”, è la “mia” vita, è il “mio” mondo.

Si è perso il rispetto e l’educazione verso il prossimo, non si insegna ai giovani come comportarsi in modo civile.

Nello scompartimento, una ragazzina sui 10 anni, stufa di dover stare seduta, ha preso il corridoio del regionale per la sua pista di atletica, mettendosi a correre su e giù come una pazza, saltando e dimenandosi. Non serve dire che rompeva i maroni a tutti gli adulti seduti, creando una sorta di elastico rumorosissimo sul pavimento dello scompartimento.

Al terzo passaggio, lei mi guarda con aria di sfida e io le rispondo con uno sguardo “adulto” molto convincente. Non serve, continua. Al che, cerco gli occhi degli altri viaggiatori, che condividono con me il fastidio, per capire se la pazza sono io. Non è così, ovivamente.

Avevo l’ipod e non so se qualcuno le ha detto di smettere, ma dopo qualche altro avanti e indietro, finalmente si è quietata. Non l’avesse fatto, avrei allungato il piede per farle lo sgambetto e mettere fine al fastidio. Insegnandole, peraltro, che correre nel corridoio di un treno in corsa non è precisamente esente da rischi. Per poco non l’ho fatto, ma ci è mancato un soffio.

E’ così che di noi diamo il peggio del peggio, quando altri esseri umani non rispettano il limite della loro libertà, infrangendo pesantemente il nostro.

Ma la colpa non è della ragazzina vivace, è di sua madre che non le insegna a comportarsi in modo educato.

E con questo, ho detto tutto…

Pimpra

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4 commenti

  1. Ciao. Riguardo a dare la colpa alle madri dei comportamenti scorretti dei figli ho moltissime perplessità. La responsabilità personale delle scelte esiste a qualsiasi età. Direi piuttosto che chi doveva imporle di riflettere sul suo comportamento non lo ha fatto.
    Mi piace molto viaggiare in treno. Per tanti motivi. Anche l’incontro con il bestiario che descrivi è significativo. Meno male che avevi lipod. Cambiare posto non era possibile per te dato il peso del bagaglio. …BENTORNATA..

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    • Koreditti, hai detto bene. Non ho valutato questa possibilità, si capisce che non ho figli… 😉

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      • Non credo che il problema sia nel fatto che non hai figli, magari sei zia oppure hai carissime amiche con figli. Il problema secondo me sta nel l’abitudine comune che toglie la responsabilità ai minori che comunque sono in grado di scegliere un comportamento piuttosto che un altro, come nel caso che descrivi. La ragazzina sapeva benissimo che stava disturbando tutti. Quale era la SUA motivazione? Cosa voleva trasmettere? Cerco di capire non di assolvere.

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  2. Fedifrago ®

     /  13 novembre 2014

    Il fatto è che siamo di un’altra generazione; siamo cresciuti con ideali (per alcuni politici e per altri religiosi), le nostre famiglie e la società in genere ci hanno insegnato rispetto delle regole (e soprattutto ci hanno insegnato le regole) ed il concetto di solidarietà.
    Ora, invece, osservo da tempo un imbarbarimento dei rapporti sociali, tutti pensano di avere il diritto di fare ciò che gli aggrada, anche a scapito dei diritti degli altri; e pare quasi che ciascuno non aspetti altro che l’occasione per sfogare su altri la propria frustrazione. Come giustamente dici anche tu, basterebbe un po’ di cortesia (ed aggiungo cordialità) e staremmo tutti molto meglio

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