Molti amici mi chiedono come sia possibile avere un virus così letale ed essere tanto felici.
Provare per credere!
Sono stati 4 giorni di immersione totale nella dimensione che preferisco: natura, terme, tango, tango, tango, tango!
Sommando le ore di sonno arrivo più o meno a 4, 30 per notte (pochino per non essere rovinata di stanchezza il giorno dopo), lezioni a bizzeffe e di ottima qualità, milongas piacevolissime.
Come fate a non capire che, chi si “ammala” di tango, è un paziente inguaribilmente soddisfatto, gioiosamente distrutto di fatica, a volte frustrato per pessime performances eppure sempre motivato a riprovare?
La magia e il mistero sono questi: la potenza che scaturisce da un abbraccio.
Passa tutto. Non ci si può nascondere. Quello che siamo, l’altro è in grado di sentirlo, di accorgersene.
Ho ballato con uomini consapevoli, divertenti, “maschi_maschi”, arrendevoli, timidi insomma ogni tandas mi raccontava qualcosa di interessante e incredibilmente vero, della persona che cingevo.
Non si può fingere… e non tutti hanno il coraggio di togliere la maschera e farsi vedere nella loro realtà.
Anche io ho vissuto la mia crisi tanguera esistenziale dopo che ho visto esibirsi una straordinaria ballerina. Sono rimasta letteralmente folgorata dalla sua grazia, sensualità, eleganza, tecnica sopraffina, abilità, flessuosità, generale e strepitosa bellezza (per usare un eufemismo) e mi son detta – tristemente – “ma che ci faccio io sulla pista?”
Ma il tango, se si sente amato, viene in soccorso. Ed ecco gli amici che ti dicono le paroline tenere e ti danno il “pat pat” sulla spalla di cui, in quel momento, hai tanto bisogno e poi, come per magia, arriva la tanda perfetta.
Ma che ve lo dico a fare, tuffatevi nell’abbraccio, fatevi contagiare, respirate a pieni polmoni il virus letale e… BALLATE! 🙂
Pimpra


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