Non immaginavo nemmeno di avere un seguito di lettori più che nutrito e, a ben guardare, se ci penso, sento una certa responsabilità nei loro confronti.
Responsabilità di offrire un “prodotto editoriale” la cui finalità è regalare un minuto e mezzo di “leggerezza”, nulla più.
Non ho pretesa, nè arroganza, di scrivere nulla che si avvicini alla “letteratura”, alla cronaca, a un articolo di giornale, a un saggio o pamphlet o altro.
I miei sono pensieri a briglia sciolta, estemporanei, senza alcun progetto o linea “editoriale” alle quali attenersi.
Ho voglia di dichiararlo in risposta ad alcune osservazioni che mi sono state mosse, tra il serio e il faceto, che – confesso – mi hanno ferita un po’.
Sono consapevole che non me lo ha prescritto il medico di tenere un blog, e so anche che scrivere ciò che si pensa, espone a critiche/giudizi (anche pesanti)/sputtanamenti vari e tutto il corollario di conseguenze che si patiscono quando si indossa un abito “pubblico”.
Ne sono perfettamente consapevole, e, nonostante tutto, simpaticamente “me ne fotto”.
Scrivere è il mio esercizio zen per stare bene, la seduta in palestra che mi libera dalle tossine, è il festival dei neuroni, scrivere è la mia boccata di ossigeno.
Excusatio non petita, accusatio manifesta…
Ma che ve lo dico a fare, questa sono.
Adesso potete partire con gli insulti, il problema è che non riuscirò, comunque, a smettere.
STICAZZI ! 🙂
Pimpra
IMAGE CREDIT DA QUI



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