(Trieste, Molo Audace. Uno dei miei luoghi preferiti. Oggi, 30 ottobre 2014)
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Quanto mi è mancato il mio “momento Panda” quando, nel raptus di una visione mentale, mi metto davanti alla pagina bianca e faccio partire le dita sulla tastiera.
E’ un attimo e sparo nell’etere il mio pezzo. Bello/brutto/interessante/leggero non importa, è un bisogno energetico, un fluire che mi è vitale.
Son due mesi che, tra il lusco e il brusco, sono molto spesso in giro per lavoro, in Toscana, Emilia Romagna e, tra breve, Liguria. Talmente presa che, pur vivendo una sfavillante orchestra di stimoli, non trovo materialmente il tempo di mettermi alla tastiera e … scrivere.
Mi stanno per venire i brufoli, perchè, da qualche parte, le parole, devono pur uscire!
La mia vita vagabonda, benchè faticosissima da un lato, mi riempie la testa di gioia. Ogni volta che arrivo in una nuova città mi lascio pervadere da tutto ciò che di sensibile possa esserci: siano colori, suoni, rumori, forme e, per definizione, l’energia stessa del luogo.
A sera, nella solitaria camera d’albergo, mi “raccolgo”, cercando di catalogare la quantità di stimoli che mi hanno raggiunta.
E’ sempre una grande abbondanza, perchè, nulla di più straordinario esiste per me oltre “Il viaggio”.
Così la Toscana si sta rubando la mia anima, entrata in modo sottile e profondo dentro ogni filamento dell’ essere. Mi piace tutto, ritrovo me stessa in ogni cosa. Adoro la parlata morbida e flautata della gente, i colori delle città, il cibo, l’arte e la natura.
Sto invecchiando, è un chiaro segno. Adesso cerco la qualità delle cose.
L’Emilia Romagna mi ha accolta nel suo caldo e festoso abbraccio. Una terra che non si dimentica, entra, prepotente, con l’energia del fanciullo, la giocosità di un cagnolone che ti viene incontro a farti la festa. Sono stati giorni di godimento, dove ho rubato con gli occhi la passione per la vita e per i suoi sapori.
Non so, invero, quanti bolognesi veraci ho potuto incontrare, ma, di certo, la terra di Emilia e di Romagna entrano, violentemente gaie, con tutto il loro portato di naturalezza. Che resta un bene prezioso.
Mi aspetta la Liguria, ferita duramente dalle recenti vicissitudini. Non so cosa aspettarmi, ma credo che troverò delle affinità con la mia terra di mare e di vento.
In tutto questo andare, non mi pesano le levatacce mattutine per avviarmi alla stazione, nè, tantomeno, le lunghissime giornate di lavoro.
La tortura di ogni viaggio, ebbene sì, è … prepararmi la valigia! 🙂
Io vado, ma tanto torno!
Pimpra
IMAGE CREDIT: PIMPRA_TS
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