IL PIACERE DI SCRIVERE

Ieri pomeriggio, dopo una vita, sono rientrata in uno di quei negozietti boutique dove, se ti scappa di cedere a qualche tentazione, come minimo ti scivola dalle mani un bigliettone da 100 euro.

Il luogo è piccino ma, per la merce che vende, non serve uno spazio enorme. Entrando gli occhi hanno cominciato a correre sulle mensole di vetro, rapiti dai riflessi metallici degli oggetti esposti.

Il mio amico si esalta nel tentativo di farmi conoscere un nuovo oggetto giapponese – a detta sua-  e mi mette in mano una Lamy, lo guardo sorniona e rispondo “E’ tedesca!” lui rimane basito e replica “Sì, hai ragione, ma provala, ha un pennino pazzesco!”, “Lo so, ne ho due, con pennino da mancini!”

Cala il silenzio di stupore. Sorrido sorniona, il titolare del negozio si illumina di immenso che una donna possa avere simili conoscenze (chissà perchè!) e mi chiede da dove mi arriva la passione.

Mi piace scrivere, rispondo, lui incalza chiedendomi se sono stati i miei genitori a portarmi sulla strada delle stilografiche. “Non direi, anche se, la mia prima splendida Parker d’oro, è stata un dono di mio padre” da lì non ho mai smesso di amarle.

E’ molto divertente stupire gli uomini che, per non si sa quale ragione, pensano che le donne siano attratte solo da scarpe, borse, gioielli, vestiti… beh, io, come chissà quante altre, no o meglio, non solo. Mi piacciono da matti le stilografiche.

Se scrivere è un piacere, farlo con la stilografica è come fare all’amore.

Si crea un’alchimia pazzesca tra la mano che tiene la penna, il foglio sul quale l’atto d’amore si compie, la grafia che esprime il godimento di una fusione totale tra materia e pensieri. Un orgasmo intellettuale ai massimi.

“Lei è una donna affasciante”, ha commentato il titolare, dopo che ho espresso i miei commenti sulle diverse tipologie di stilo e relativi pennini, lasciandolo a bocca aperta “Se la tenga stretta una così” rivolto al mio amico.

“Prima deve riuscire a prendermi” ho commentato sorridendo e sono uscita.

… Stamattina, per curiosità le ho contate: posseggo 30, splendidi, oggetti del desiderio.

E’ stato bello, come quando conto tutte le mie scarpe!

Pimpra

 

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10 commenti

  1. teacher

     /  7 giugno 2012

    E’ bellissimo, ogni tanto, rimanere stupiti davanti alle passioni di una donna!

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  2. antigonewoland

     /  7 giugno 2012

    beh dai, anche a te piacciono i gioielli della verduraia…:-D
    pure io l’altro giorno sono entrata in uno di quelle vecchie cartolerie (questo era dei primi 900) che vende anche cose di altri tempi come i lapis del 1940. Perfortuna e purtroppo non tengo assolutamente dinero, quindi niente da fare.
    Ho una waterman nera. ma essendo una persona che compra le cose per usarle ha la vernice un pò sbeccata…ma rimane sempre il piacere di scrivere sulla mia moleskine con la mia waterman. A volte la mia calligrafia è eccelsa ed altre no. soprattutto quando sono stanca sento il pennino che protesta. 😀

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    • Antigone… è vero!!! e il verduraio-gioielliere dove lo metto!!! 🙂

      Una stilografica può anche essere come l’uomo della vita: uno solo. Ho detto può essere, le fortunate che lo incontrano se lo vivono in totale fedeltà.
      Tu fai lo stesso con la tua Watermann, e, te lo dice l’esperta, più sono vissute, più portano i segni del tempo, più sono belle! 🙂

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  3. anche io ho un debole per le stilografiche ma in genere mi piacciono tutte le penne,quelle femminili poi, sono dei veri gioielli……..

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  4. tino71

     /  8 giugno 2012

    io ho incontrato una aurora in resina nera ed stato amore a prima vista…mi piacerebbe comprarne un’altra ma la fedeltà è un valore! E che ne diciamo degli inchiostri? La mia scrive in verde brillante e anticonformista come me non sempre uguale certe volte è più brillante certe qui scuro… È molto umorale bisogna rispettarla! Le stilo saranno scomode ma hanno un’anima che si accorda piano piano alla nostra. Comunq dopo averla provata sono un grande fautore delle penne italiane anche se vorrei una montegrappa ma credo sia più da esposizione che da battaglia. Le penne vanno usate o diventano tristi e non scrivono più. Tino 71

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