Scoperte della tenera età, sì perchè chi crede che il muro degli “anta” sia limite invalicabile da cui, poi, non vi è altro che declino, si sbaglia. Di grosso.
Chi di noi non ha giocato, da ragazzino, a registrare la propria voce, a cantare e riascoltarsi? Tutti, almeno una volta. E quale sorpresa che la nostra voce non assomiglia nemmeno un po’ a quella che percepiamo dall’interno. C’è chi prova orrore a risentirsi, chi vergogna, chi si piace…
Ebbene, dopo un’era glaciale di tempo, è capitato anche a me di riascoltare una mia dissertazione registrata.
Che ve lo dico a fare: INCREDIBILE! 🙂 Non solo scopro di avere una vocetta tra il pungente e il sottile e, comunque, affatto vecchia che se lavorassi in una chat sexy mi chiederebbero i documenti, scopro che parlo furiosamente, come un fiume in piena, a scatti. Noto di dire troppe volte “Io”, mi accorgo che l’eloquio non è fluido, lineare, ma spezzettato.
Insomma mi riesce decisamente molto meglio scrivere che parlare! E chi l’avrebbe mai detto!
Inoltre mi sono resa conto che la voce è un abito potentissimo di ciò che siamo! Nel senso che svela cose pazzesche, sorprendenti. Non solo ma offre di noi un’immagine che, non è affatto detto, collimi con ciò che siamo realmente.
La cosa più curiosa, quella che mi ha divertito di più? Essere certa che, una persona con la voce come la mia, mi starebbe di sicuro antipatica!!! 😀
Allora sapete che vi dico? REWIND!!!
Amici Cari, godetevi il tempo prezioso del we che abbiamo davanti!
Pimpra
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