E’arrivato così, senza tanti complimenti, da un giorno all’altro.
Ti addormenti dentro a un autunno colorato di foglie di sambuco, odoroso di muschio e quercino e ti risvegli una mattina che le tapparelle della stanza suonano il ritmico “tam tam” delle raffiche di bora.
E’ arrivato, l’inverno si annuncia così.
In scooter comincia la danza degli equilibrismi, perchè la bora ama giocare d’improvvisazione e, d’un tratto, ti ritrovi dentro la raffica e fatichi a non farti tirare giù.
Ho cambiato abbigliamento tecnologico, sono passata dal piumino autunnale, ovversia corto a giacca, a quello che copre fino al ginocchio. Mi piacerebbe averne uno ancora più lungo.
E’ questa la magia dell’inverno al nord est, si vive nelle folate d’aria che spezzano – apparentemente – l’inquinamento. Certo, fa un freddo difficile da gestire, per chi non è abituato, perchè punge e s’insinua ovunque.
A Trieste ci si deve letteralmente “blindare” oppure vince lei, la nostra amatissima bora, manifesto e simbolo di questa città.
A riscaldare gli animi ci pensano i venditori di castagne che sono i nuovi ricchi, perchè, mi chiedo, come sia possibile che trovino ancora clienti a cui vendere i preziosi frutti alla modica cifra di 6 euro per 4 castagne. A me sembra una follia, non vi pare?
L’aroma delle caldarroste però è impagabile, riporta, a suon di olfatto, a tutti gli inverni che sono già passati e con essi si snoda la malinconia dei ricordi.
Amo questo farsi delle stagioni, mi piace immettermi nel flusso della natura senza ostacolarlo.
Aspetto il freddo, più freddo ancora. Poi ci saranno le luci di natale, i botti di capodanno e via, verso il nuovo, verso una stagione rinnovata, verso il domani che, forse, è già qui…
Pimpra
IMAGE CREDIT DA QUI



Devi effettuare l'accesso per postare un commento.