Sono felice.
Sono felice che il nuovo presidente degli Stati Uniti sia nuovamente Barack Obama.
Ieri sera, fino a che ho resistito, sono stata incollata al televisore a seguire lo spoglio delle schede, sperando che fosse lui a vincere e inquietandomi un po’ quando era in svantaggio.
Stamattina, la prima cosa che ho fatto è stata accendere internet per vedere come era andata ed è stata gioia.
Non posso non riflettere su una questione: perchè sono interessata alle sorti presidenziali di un’altra nazione e non riesco a provare lo stesso forte attaccamento per casa mia?
Credo la risposta sia banale: non riesco a immaginare un politico che mi rappresenti, un’idea nella quale credere. L’Italia, politicamente, fa schifo.
Non so nemmeno più quanti partiti ci siano, sempre troppi, regna il caos, regna l’interesse privato, non c’è una sola linea programmatica degna di tale nome e rappresentata da personaggi degni di fare politica.
In America è più interessante e coinvolgente: si sceglie il presidente tra due grandi correnti, democratici o repubblicani. La sensazione che ho, guardando dall’esterno, è che esprimere la propria volontà politica sia lineare, come un codice binario.
Che dire poi dell’entusiasmo e del coinvolgimento della nazione intera verso l’atto che esprime la più alta forma di democrazia quale, appunto, recarsi alle urne?
Pensiamo a noi, alla recente vicenda siciliana, dove, più che il movimento a 5 stelle, ha vinto l’astensionismo. E’ che gli italiani non ci credono più e, tristemente, fanno bene.
Mi piaci, Obama, e spero insieme a te che, davvero, IL MEGLIO DEBBA ANCORA VENIRE!
Pimpra (for President)