Questa primavera porta con sè aria di grande cambiamento.
C’è ancora molto pulviscolo pesante di cui liberarsi ma, a ben guardare, anche nuovi zampilli di positività a cui attingere a piene mani.
Rivolgo lo sguardo a questi. E che sguardo…
Dopo una vita che ci pensavo ho avuto il coraggio di eliminare o, almeno, di ridurre drasticamente, un difetto estetico che mi faceva stare male. Vanità, lo so, ma son nata femmina e ci sta.
Non è una decisione facile quella di farsi modificare per sempre i connotati, distesa su un tavolo operatorio, aspettando l’attimo in cui il bisturi farà il suo dovere.
Una decisione presa per star meglio con me stessa è un grande risultato per quelli, come me, abituati, da sempre, a compiacere gli altri.
E, sticazzi, stoggiro ho scelto di far felice me!
Sono contenta di sapere che nella mia piccola città, così sperduta nel Nord Est, ci siano eccellenze e che siano giovani. Giovani talenti che la bora è riuscita a trattenere, invece di farli volare via, sulle ali del successo vissuto e costruito altrove.
Ripensando a questo ultimo tempo, ho in mente l’immagine dolce e delicata del ciliegio in fiore. Dell’esplosione di natura, di bellezza e di caducità che noi tutti viviamo.
Trattengo in me questo momento di estasi e di malinconia, riportando questo haiku che trovo meraviglioso.
Cadono i fiori di ciliegio
sugli specchi d’acqua della risaia:
stelle, al chiarore di una notte senza luna
Yosa Buson (1715-1783)
Pimpra
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