Non resta che “mettersela via”, prenderla con filosofia zen, accendere un incenso, sorseggiare thè caldo e guardare, incolumi, fuori dalla finestra, lo spettacolo azzurrino dei cristalli di ghiaccio attaccati ovunque.
Sono felicemente bloccata a casa e, stavolta, lo stop forzato, non è dato solo dall’influenza che mi ha benedetta a fine marzo, ma dall’impossibilità di uscire di casa: il ghiaccio ha impacchettato di sè la strada, il marciapiede, la salita e, senza “jazzini” è impossibile non essere abbattuti dalla bora che sul pac trova terreno ideale per giocare a bocce con gli umani (scemi) che hanno deciso di sfidare gli elementi.
Allora pensiamo al palazzo d’inverno, alle corse sulle slitte, al tappeto peloso davanti al caminetto, al brandy, alle candele, perchè, ci piaccia o no, siamo nel mezzo dell’inverno!
Ogni perturbazione che si rispetti ha un suo nome e qui a Trieste, per l’occasione, hanno coniato un bel neologismo: “gelicidio”. Mi chiedo quale mente malata possa arrivare a tanto: i nostri vecchi che hanno visto di tutto nella loro lunga vita, magari si spaventeranno a questo nuovo annuncio “Gelicidio sulla città” ma che sarà mai?
I più audaci tirino fuori i loro “jazzini”, per tutti gli altri, una bella due giorni di “Slow down”…
Parola d’ordine: relax!
Pimpra
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