Giornate dense e viscose. Appiccicaticce, fastidiose. Noiosi pruriti esistenziali, valutazioni da fare, decisioni da prendere, il mondo intorno che corre velocissimo e tu, quel giorno, sei tanto in affanno…
45′ di immersione dentro le pulsazioni del tuo cuoricione per andare a trovarlo e dirgli che c’è qualcuno che lo ama.
Il copioso sudore straripa dai pori e, mentre cerchi di tamponare l’alluvione, speri che serva a far sciogliere i grumi che ti porti dentro.
In tutto questo, la musica martellante ti aiuta a sopravvivere, alla fatica, alla tristezza, a tutto quello che hai visto della tua vita che ti ha choccata.
A casa, cancelli immediatamente le prove della tua – inutile – fatica e procedi con la lavatrice d’ordinanza.
Quale bella sorpresa ti aspetta quando, mezzo addormentata, ti ricordi che devi mettere a stendere i panni e, mentre tiri fuori il carico dal cestello, ti cade sui piedi il tuo prezioso amico, il tuo adorato “nanetto”, la compagnia dei tuoi giorni solitari, il balsamo delle tue ferite di guerra, il compagno irrinunciabile delle tue scorribande sportive, il fedele amante dei tuoi riposini del sabato pomeriggio, magari distesa al sole.
DISPERATA.
Ho provato con il phon, gli ho praticato la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco, l’elettrochoc…
NIENTE.
Ipod è morto.
E, un pezzetto di me, con lui.
Che giornata di merda.
Pimpra
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