Filosofia della massaia, per iniziare degnamente il fine settimana, condito – guarda caso- dalla pioggia.
L’universo è compreso dentro gli occhi di chi guarda la realtà, il mondo. Con questa, scontata affermazione, voglio semplicemente ribadire un concetto: non c’è il bene, non c’è il male, c’è solo la quuantità e la qualità di significati che noi sappiamo mettere nelle cose che viviamo e vediamo.
L’esempio più eclatante lo si cita con le belle donne, aprioristicamente etichettate come oche stupide, che non è, o, che non è sempre. Così come non è vero che un uomo bello e piacente sia “per forza” un donnaiolo.
Abbiamo la pessima abitudine di vivere condizionati da etichette con cui classifichiamo il mondo e che, molte volte, non sono nemmeno frutto della nostra esperienza ma sono mutate da quella di altri.
É così che abbiamo difficoltà a vedere ciò che abbiamo davanti con la necessaria curiosità, privi di un giudizio che ci condizionerebbe a priori.
Penso a quante volte nella vita sono caduta in questa trappola, a tutte le volte in cui ho avuto – inutilmente- paura, non mi sono fidata per poi fare l’esperienza e capire che, ciò che veniva da fuori, il dettato popolare, era completamente infondato e fuorviante.
Poi c’è la cosiddetta “prima impressione”, altro demone che ci condiziona e, molto spesso, ci porta fuori strada. Credo, però che sia opportuno valutare i segnali che le nostre antenne ci inviano, non prendendo immediatamente decisioni sull’onda dell’istinto, ma considerando, comunque i messaggi della nostra parte più intima, profonda.
Tutto questo pippolotto per dire che, forse, vivere, con la “V” maiuscola, potrebbe essere un tantinello più semplice, se ci metttessimo del nostro, una dose di buona volontà, di apertura.
Dopodichè, accà nissuno è fesso, essere ben presenti e via andare.
Pimpra
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