La botta che ti scende verso le gambe e immediatamente arriva in testa, il cuore palpita più forte, la mente si illumina e l’anima, all’improvviso, si risveglia dal torpore.
E’ bastata una boutade alla fine di una riunione di lavoro per cambiarmi all’improvviso l’umore e la giornata.
Adesso sono felice.
Dopo 4 anni in cui ho tristemente appeso le scarpette al chiodo, il destino mi ripropone l’amata corsa.
L’aria sul viso, il sudore che appiccica la maglietta al busto, i dolori su tutto il corpo che si fa sempre più vecchio e meno elastico. Per non parlare del risveglio del giorno dopo, in cui alzarsi dal letto, è un’impresa: acido lattico a volontà e male ovunque.
Chi se ne importa. Per me, questa è la vita, la mia vita. Così mi sento viva e felice.
E’ troppo tempo che ho lasciato la mia macchina corporea giacere nel garage dei pigri, di quelli che hanno sempre di meglio da fare che “soffrire”, perchè lo sport, fa – anche – male. A volte, fa molto male.
Mi sento un leone dalla criniera ingrigita ma sempre pronto a dimostrare a se stesso di essere leone.
E riderò tanto, domenica prossima qui, quando i km mi sembreranno più lunghi dei metri effettivi e la schiena e il fiato e i piedi e le articolazioni mi guarderanno in faccia dicendomi “Brutta pigrona!!! Adesso paghi tutto il conto!”
E, sebbene a pezzi, saprò godere di ogni momento e di ogni doloretto… 🙂
Pimpra



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