Come ogni giorno si è compiuto il mio personale rito che precede l’ingresso in gabbietta: caffè e passaggio dal gioielliere.
Ma che avete pensato, non è il mio amante e non trattasi veramente di gioielleria tout court, semplicemente è il botteghino di frutta e verdura, di quelli che una mela costa 1 euro. Ed io, ho la tradizione di acquistarne 2, ogni giorno.
Autotutela: se una mela al giorno toglie il medico di torno, con 2 mele dovrei essere decisamente “fuori pericolo” di incontrarne mai uno… 🙂
In gioielleria è davvero difficile per me limitarmi ad un semplice acquisto di mele, un po’ come andare da Oppenheim e comperare solo il cordino per i ciondolini Dodo, capite facilmente che è piuttosto frustrante…
Tutto, nell’ameno luogo, è trattato con gusto raffinatissimo. Gli accostamenti cromatici tra le verdure, le forme, i profumi che i prodotti dell’orto emanano, sono per me, una tentazione estrema che, haimè, non mi posso permettere. Il famoso cordino della gioielleria vera.
A parte questo, stamane, sono stata rapita, in particolare, da un’erba che si chiama – ho scoperto poi – sclopit. Chiedo delucidaizoni alla titolare che mi spiega essere utilizzata per il risotto.
“Non lo so fare…, altre possibilità?”
“Ma come non la sa far un risotto!!! (scandalizzata)”, poi, osservando il mio sguardo da Calimero triste, ha subito proposto una bella frittata, vendendomela così:
“La scolti, come xè el suo rapporto coi ovi? perchè, l’alternativa xè far un bela frittada… e la la pol far coi ovi sbattudi, senza grandi problemi, ghè assicuro che xè facile”
Ho guardato la gioielliera e, sicura di me come non mai, ho risposto:
“Mi dia un bel ciappo di sclopit che ho proprio voglia di una bella frittata stasera!”
Ridendo entrambe della mia totale inettitudine di cuoca, sono allegramente entrata in gabbietta… 🙂
Pimpra


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