LA DOLCEZZA DEL PASSERO

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Oggi provo una grande emozione. Oggi, uno di quei giorni che ti mettono di fronte agli occhi una realtà che, in fondo al tuo cuore, speri sempre di non dover vedere. Oggi ho visto la mia mamma in tutta la fragilità di un passerotto.

Un piccolo intervento chirurgico che poteva essere molto meno invasivo se lei non avesse scelto di non vedere, di mettere la testa sotto la sabbia, tutte le volte che le dicevo di andare dal dottore. Nulla di grave, per fortuna, ma, a 70 anni e oltre, anche un modesto disequilibrio nelle abitudini quotidiane, diventa una montagna difficile da scalare.

Mia mamma, oggi, delicata come un uccellino, fragile nelle sue emozioni vissute troppo intensamente, sperduta, a volte, nei suoi ricordi, insofferente ai consigli, testarda nelle sue convinzioni dannose.

Ho parlato io con i medici, quando, da bimba lo faceva lei per me.

L’ho rassicurata, le ho preparato la dose delle medicine da prendere, aiutata a tranquillizzarsi.

Un fragile uccellino. Lei che ha sempre spostato le montagne, ha ribaltato la casa, si è occupata di tutti, fuorché di se stessa.

Il problema dei pochi giorni di riposo che le sono stati prescritti è che viene meno ai suoi doveri di nonna. Un problema che le crea angoscia su angoscia. Venire meno ai suoi doveri, stare male, non è previsto nella tabella di marcia.

A nessuno piace ammalarsi, a me per prima. Ma a volte bisogna fare una sosta. Fermarsi per farsi aiutare.

“Grazie Miki, grazie, mi spiace se non ti ho ascoltato, avevi ragione tu, dovevo andare prima, ho sbagliato. Adesso la mia faccia è bucata, sono preoccupata…”  e tu, come figlia, benché avresti voglia di strozzarla per quanto è stata testarda, con amore e tranquillità, la convinci che tutto andrà bene e che tornerà bella come prima.

Gli uccellini volano, come loro anche i nostri amati genitori.

Non sono pronta a immaginare, un lontano giorno, la mia vita senza di lei. Non sono pronta, eppure questa è la vita. Questo è il cerchio della vita.

Chiedo solo di avere tutta la pazienza necessaria per non arrabbiarmi, tutto l’amore che le devo per l’amore che ha per me.

Adesso le parti sono invertite. E’ il mio turno di prendermi cura di lei. Mi auguro solamente che renda il compito più semplice, che fare i conti con la loro vecchiaia è, mentalmente, emozionalmente già tanto difficile, speriamo il carattere non si metta in mezzo.

Ti voglio bene, mammuzza mia, anche se sei testarda peggio di un mulo.

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

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2 commenti

  1. Antigone_Woland

     /  8 dicembre 2017

    Anche mia madre è testarda come la tua anche se non siamo ancora ai livelli che io mi debba occupare di lei (è più giovane) ma perché sulla propria salute lei è assolutamente bravissima.

    L’anno scorso quando le è stato diagnosticato un cancro al seno con interessamento dei linfonodi sono letteralmente caduta dal pero: improvvisamente mi sono resa conto che mia madre non è immortale. Può essere strana questa sensazione visto che so benissimo che nessuno della famiglia discende dagli immortali…come nel film, però veramente è stato uno shock per me rendermi conto in maniera palese della sua mortalità e ancora più che potesse potenzialmente essere anche vicina la sua fine.

    E’ andato tutto bene per-fortuna…e in pochi mesi è stata operata e si è sottoposta a radioterapia e tutt’ora sta benone e questo anche grazie al fatto che si fa la palpazione del seno ogni volta che si fa una doccia e quindi appena ha trovato il nodulino si è fiondata dal medico.

    Ma questo evento mi ha riportato con i piedi per terra e anche grazie a questo evento ho tirato fuori le unghie per reagire alla depressione e mettermi al lavoro. E i risultati si stanno vedendo. 🙂

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