Quando si diventa “diversamente giovani”, specie se si è donne, la vita si colora di piacevolezze: un’aumentata consapevolezza di sè, del proprio fascino, del proprio essere in generale.
Tutto quello che si è seminato in gioventù resituisce i frutti.
E fin qui, è bene.
Inutile nascondersi dietro il dito dell’ipocrisia: invecchiare alle donne – di norma- non piace affatto. Il corpo cambia e non tutte sono fortunate nel naturale processo di invecchiamento.
E qui si apre un capitolo molto sentito: cosa fare e come per combattere il tempo e suoi inesorabili segni.
Mi sento di dire che, innanzitutto, bisogna occuparsi della propria mente, per mantenerla sana ed “elastica”, aperta, curiosa e, conseguentemente “giovane”. Fin qui “ce la si può fare”.
Poi, tasto dolente, lo sguardo si posa sul corpo.
Non serve aggiunga che, le sportive (o ex), vedono e percepiscono le trasformazioni fisiche, in modo molto più intenso delle altre.
DRAMMA.
La testa chiede sempre le stesse prestazioni, le medesime performances, il turgore dei tempi andati, lo scatto guizzante.
La testa. Il corpo, spesso, non ci sta.
E giù botte (metafisiche).
Soluzione: lasciarsi andare o reagire.
Personalmente mi ritrovo nella seconda categoria.
Ritmi ossessivi in palestra, fulminata da una fotografia esposta sulle pareti che ritrae una pulzellina “come io mi vedrei, come io mi vorrei” (follia!!!). Vado dall’allenatore (un uomo illuminato) e lo porto davanti all’icona: voglio le gambe così, voglio gli addominali così.
Mi guarda allibito, incredulo (la ragazza, probabilmente non supera i 20 anni, esattamente la cifra di UNA mia gamba!), e poi profetizza “Dovrai fare molta fatica”. “Ovviamente”, rispondo.
E così, qualche tempo fa, è partita la mia sfida contro il Signore che vince sempre, il Tempo.
Morale della favola: mi ritrovo con due bicipiti e una schiena da lottatore. Per carità, non è che sono diventata enorme, ma molto tirata, muscolosa.
E qui il giocattolo si inceppa: invece di ricevere feedback positivi, le persone che mi conoscono iniziano a dirmi di fermarmi che sono già troppo maschile e che ho perso quelle certe linee della donna (le tette sono rimaste come prima, ovvero assenti) 😀
STICAZZI.
In buona sostanza il dilemma è:
lascio perdere e mi “gelatinizzo” come la maggior parte delle signore mie coetanee oppure, fedele al mio motto “NO PAIN, NO GAIN”, continuo ad allenarmi e chi se ne frega???
… E sono paturnie esistenziali davvero molto profonde queste, lo so… lo so… ma femmina sono, che ci volete fare…
😀
Pimpra
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