IO E ME.

single

Come sempre, condividere il proprio tempo con persone brillanti, regala pretesti per appassionate riflessioni e stimolanti dibattiti dialettici.

A questo, se aggiungiamo qualche giorno di riposo accompagnato da buone letture e da cinema di qualità, possiamo ben definirci fortunati.

In questo scambio recente, con uno zibaldone di umanità tanto diversa per età, formazione, esperienze di vita, tra le altre, è uscito un bel confronto sul tema dell’indipendenza, della libertà e della condivisione.

In tema di donne, è stato molto interessante il dibattito nato intorno al senso di appartenenza che la coppia regala, alla “tutela” simbolica che la donna ne riceve verso il mondo esterno e, dall’altro lato, invece, la permanenza della sua unicità, identità, individualità, indipendenza e libertà.

Personalmente, mi sono sempre sentita tra coloro che, pur vivendo la coppia, e vivendola in modo “onesto”, senza divagazioni o pericolose “aperture” verso l’altro,  ha mantenuto salda la sua individualità.

Non mi esce facilmente dalla bocca il concetto di “noi”, quando mi trovo a riflettere sui più disparati argomenti, siano essi temi che riguardano la vita a due. Penso e rifletto con la mia testa, offrendo il mio personale punto di vista.

Anche in termini pragmatici, ovvero quando si tratta di vita vera, dal fare la spesa, ad occuparsi del budget mensile, alle uscite, al tempo libero, faccio sempre conto solo su di me. Non mi appoggio, non ho bisogno (ne avrei, di bisogno, pure un sacco di volte, ma non voglio pesare su chi mi sta al fianco).

Vivo, di fatto, come se essere “coppia” fosse unicamente un’idea. Nulla più. Un’idea romantica, sentimentale, gioiosa il più delle volte, pesante in alcune circostanze ma, di fatto, ininfluente sulla mia singletutine pragmatico/animistica.

E dire che sono stata sposata,  lo sono stata per parecchi anni e, anche in quel tempo,  ragionavo così. Infatti il marito non era contento, mi sentiva lontana.

Per far chiarezza mi piace pensare che, per vivere, non mi servono persone che mi “accudiscono”. Essere coccolata è sempre un valore aggiunto nella vita di ognuno, ma non deve diventare elemento imprescindibile e sostanziale per “poter vivere”.

Alcune care amiche, provano un forte disagio a frequentare il mondo esterno se non accompagnate, insieme a qualcuno, donna o uomo che sia, amica/o o fidanzato. Per me non è così.

Adoro gli stimoli e le esperienze che si paventano quando mi immetto, solitaria, nel mondo. Persone interessanti, incontri, scambi che, poi, è molto bello/utile portare in seno alla coppia (se c’è) per arricchirne il dialogo.

Mi riesce difficile immaginare che, socialmente, ci sia un carico di negatività alla vista di una donna sola. Anzi, io ci vedo forza, energia, equilibrio, pacatezza e tanta serena armonia.

Ma, chissà, forse la mia è una distorta visione di donna molto nordica nel suo animo e, forse, pure nel suo cuore…

Pimpra

 

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7 commenti

  1. Von Calypso

     /  5 novembre 2016

    che dire? non potrei essere più d’accordo.
    Però l’idea che hai bisogno d’aiuto ma non vuoi pesare sulle persone vicine mi dà da pensare.
    Io credo che un rapporto equilibrato non contempli il gesto di accudire e/o pesare su qualcuno…e sono d’accordo che di sti tempi sia difficile trovare persone con cui poter costruire questo tipo di rapporto.

    Tra tutti tu mi sembri la più equilibrata, da quello che scrivi…dalle parole che usi…da ciò che i tuoi post trasmettono, si evince chiaramente la tua indipendenza eppure il “non voler pesare”, l’idea che in una coppia necessariamente si venga “accuditi” da qualcuno mi pare l’eco di un “trauma” che non vuoi più rivivere. E non ti do torto perchè l’idea fa ribrezzo pure a me.

    Io però mi libererei di questa visione, se non altro per poter vivere serenamente io, in relazione col prossimo, qualsiasi cosa succeda.
    anche perchè liberandosi di questa idea credo si diventi più obiettivi…e distaccati.

    P.s. azz non sapevo che fossi stata sposata e pure per molti anni.

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    • Cara Antigone ti ringrazio per il bel pensiero su di me. Credo di non aver avuto mai traumi di accudimento anche perché, per come sono fatta, non è possibile “accudirmi”. Posso dire che il mio ex marito, persona sensibile e generosa, lo ha fatto nei miei confronti. Purtroppo, non ha ricevuto da parte mia lo stesso tipo di accudimento. Sono del genere che aiuta spronando, stimolando, spesso uso modi diretti, senza tanti fronzoli che poco si fondono con personalità più morbide, affettuose e tenere. Probabilmente, come sempre, la verità non è una sola. L’importante è trovare il mix giusto che sia piacevole e appagante per entrambi… 😊

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      • Von Calypso

         /  6 novembre 2016

        il tuo mi sembra l’approccio giusto, il problema è che sempre di più le persone scambiano un rapporto di coppia con gli atteggiamenti che hai detto, di fatto un prolungamento del rapporto coi genitori….ma in questo caso con la partner.
        Di sti tempi si pensa che basti mantenersi ed avere un buon stipendio e l’indipendenza economica per essere considerati adulti ma si diventa adulti quando anche la nostra emotività è in grado di lasciarsi alle spalle se non proprio i modelli genitoriali (sarebbe l’ideale) ma almeno la pretesa (conscia e inconscia) di riviverli nella coppia.
        Non è “colpa” di alcunchì ben inteso, piuttosto si tratta di una mancata cultura della responsabilità di autoaccudirsi, ovvero avere cura di se…. non solo dal punto fisico e materiale ma, ancora di più dal punto di vista psicologico e spirituale (ben inteso non intendo religione ma una cosa più sottile e intima).
        Anche io come te conosco molte persone che non sanno andare da nessuna parte da sole, non solo fisicamente ma anche emotivamente…insomma nn fanno nulla senza l’approvazione delle persone vicine.

        Che tristezza.

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      • È un peccato per loro. Perdono deliziose opportunità. Epperó anche loro hanno il sacrosanto diritto di vivere come sanno e come sono capaci…

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  2. Fedifrago ®

     /  9 gennaio 2017

    Nel caso servisse un accompagnatore per serate ufficiali, non dimenticare un elegante e (quasi) colto Fedì. Non ballo il tango, ma per te posso fare un eccezione ed offrirmi gratuitamente ahahahahah

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  3. Fedifrago ®

     /  9 gennaio 2017

    Nel caso servisse un accompagnatore elegante, con cultura poco approfondita ma enciclopedica, buon conversatore ed ascoltatore, rivolgiti al Fedi. Magari non ballo il tango, ma per te posso fare una eccezione e prestarmi gratuitamente ahahahahah

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