DILLO ALLA ZIA PIMPRA

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Diventando più vecchia e saggia, ho, finalmente, imparato ad apprezzare anche la compagnia delle donne. Solo quelle che stanno nelle mie corde, beninteso, perché non  tutte mi vanno bene.

Amo le donne forti, gagliarde, quelle con il cuore grande, generose e leali. Quelle sicure di sé, che non hanno bisogno di competere con le altre donne per sopraffarle,  perché si piacciono, amano la loro vita, le scelte che le hanno portate a diventare quello che sono.

Va da sé che di donne così non ce ne siano proprio tantissime, quando ne stano una, potete scommetterci che la faccio mia, non sfugge alla mia amicizia.

Ciò detto, l’occasione di una breve trasferta di lavoro, mi ha regalato una bella serata trascorsa con una delle mie amiche giaguare (chissà perché ma mi piace chiamarle così). Il chianti ha aperto i cuori e sciolto le lingue.

Morale, tra una  fitta confidenza e l’altra, è emerso chiaramente come, il lungo trascorrere del tempo, anche dentro una coppia solidissima, possa, di fatto, mutare equilibri che si pensavano inossidabili.

Ho ascoltato questa giovane donna con grande attenzione e affetto e ben mi è apparso chiaro quanto, per chi vive una situazione di stress e di frustrazione, sia difficile trovare un rimedio, una medicina, una nuova strada da battere per dare nuova linfa a un rapporto che si sta logorando.

La mia posizione è facile, lo ammetto. Ci siamo solo la Pimpra ed io. Il mio lavoro, le mie passioni, il mio tempo libero, il mio stipendio, i miei casini, le mie felicità e i miei turbamenti. E la salute della Pimprotta.

Siamo una monade piuttosto equilibrata.

Altro è la vita famigliare.  L’equazione si complica all’ennesima potenza.

Mi pare di aver colto che, la difficoltà più grande, sia quella di “farsi ascoltare” che è altro dall’iniziare a lamentarsi di questo e per quello. Un confronto serio e costruttivo, dove le parti si denudano dalle sovrastrutture della coppia, dalle croste comportamentali fissate nel tempo e prova a riscrivere la storia.

Appare una dannazione impossibile, una impresa difficilissima, una montagna troppo alta da scalare.

Ho proposto di scambiarsi i ruoli famigliari per una settimana intera. Di vestire “i pantaloni” lei, di indossare la gonna lui e, dopo l’esperienza, di incontrarsi e parlare, annotando quotidianamente, nel corso dell’esperimento, le emozioni, i pensieri, i disagi o le gioie che si sono provate nella pelle dell’altro.

La giaguara di fronte a me, con le gote rosse per il chianti, l’occhio lucido per le emozioni provate, mi ha risposto “sarebbe molto bello, ma non credo che ce la faremo”.

A volte, bisogna avere un coraggio fottuto e dire “mi butto” … succeda quel che succeda….

STICAZZI.

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

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10 commenti

  1. antigonewoland

     /  8 ottobre 2015

    Guarda non metto in dubbio che la tua proposta sia facilmente accolta da una donna, ma visto che esistono anche una serie di film comici sull’argomento (https://it.wikipedia.org/wiki/What_Women_Want_-_Quello_che_le_donne_vogliono) dubito che un uomo possa accettare una cosa di questo tipo….o per lo meno sono rarissimi quelli che lo fanno.

    Ti posso confermare che la lotta per farsi ascoltare è strenua e per questo esistono migliaia di libri anche su questo argomento (il cui capolista è certamente John Gray).

    Inizialmente però scrivi una cosa vera:
    “mi è apparso chiaro quanto, per chi vive una situazione di stress e di frustrazione, sia difficile trovare un rimedio, una medicina, una nuova strada da battere per dare nuova linfa a un rapporto che si sta logorando.”
    Il punto è che a questo punto la coppia è in un circolo vizioso che si autoalimenta…e gioca a ping pong e soprattutto non capisci bene come voi possiate esserci entrati.
    Ci sono due opzioni a questo punto ed entrambe appaiono spaventose, perchè implicano necessariamente un drammatico distacco dal concetto di coppia: la prima è la fine della storia (a cui si arriverà se si continua così in breve tempo) e la seconda è che la donna cominci a prendersi cura della sua personale situazione di stress e frustrazione…rimanendo anche presente (soprattutto in caso di convivenza) nella vita del partner ma lasciandolo nel suo brodo.
    La mia counselor al politecnico le chiamava: concedersi ogni giorno una pillola di benessere che abbiamo deciso la sera prima: comunque vada la giornata deve essere fatta. All’epoca vivevo con il mio ex-futuromarito…ma credimi hai di che guadagnarci comunque.

    (questo non è un commento maschilista: è innegabile che i due sessi ragionino in maniere diverse una identica cosa, partendo addirittura da poli opposti di discussione che da adito fin troppo spesso alla sensazione, per entrambi, che l’altro parli una lingua che non capisce e faccia ragionamenti che sfuggono alla sua logica e per motivi del tutto privi di senso.)

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    • Antogone, come sempre, le tue sono riflessioni preziose. La pillola di benessere effettivamente è un concetto di cui ho discusso con l’amica, sebbene in termoni diversi r chiamandola in modo diverso (la pillola mi piace assai! 😉 ) Come ho scritto a Pietro, nel caso di specie, si trattava di scambio di ruoli, all’interno della famiglia, inteso proprio come attività che coniugi si erano cuciti all”interno del.menage. Per il resto…. bacino in fronte alla tua counselor e alla sua pastiglia, quotidiana, di benessere! 😉

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  2. Ho delle opinioni molto “mie” che vedo poco condivise. Si fa un gran parlare di uomini e donne. A mio avviso è tutto molto più semplice. I due sessi non ragionano in maniera diversa perché non siamo marziani noi, non siete marziane voi. Il punto è che purtroppo i due sessi non comunicano o non vogliono farlo. Se quando uno/a parla l’altro/a non ascolta e viceversa è normale che ci si alieni.
    Belle riflessioni le tue. Ciao, Piero 🙂

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    • Grazie Piero! del tuo contributo e delle belle parole. il pinto è che ho utilizzato la categoria donne/uomini solo a significare i diversi ruoli interpretati in famiglia. Almeno nel caso specifico. Le tue osservazioni sono corrette ed io le condivido al 100 %. Mi auguro di averti dato una chiave di lettura diversa. 🙂

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      • Infatti non mi riferivo in particolare al tuo post che è rimasto in un perimetro differente da quello che si vede in giro.
        Ciò che leggo spesso è di questa diversità che francamente non trovo o meglio… se io sto ad ascoltare le esigenze della mia donna e cerco di andarle incontro, come lei abitualmente farebbe con me, credo che le distanze si abbrevino.
        Tu mi hai dato un’interessante chiave di lettura e te ne sono grato. 😉

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  3. Nessuno che dica che bella taccata la Pimpra.

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  4. Fedifrago ®

     /  8 ottobre 2015

    Anche a me piace la compagnia delle donne 😄 ….non tutte però

    …se ti capita di passare (vedo più difficile che io torni a Trieste a breve) potremmo parlarne 😜

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