Credo di aver masticato almeno 3 pacchetti di cingomme per sopportare i morsi della fame del secondo giorno della dieta proteica che, unita alla PMS incombente, rende l’impresa di perdere qualche grammo, davvero titanica!
Onde rafforzare la volontà nella stoica lotta ai carboidrati, alle voglie di dolce degli ormoni premestruali, al cervello che vuole lo zucchero (ovvero liquirizia gommosa a manate), ieri ho riattivato l’abbonamento scaduto alla palestra, secondo la migliore scuola di pensiero del: “NO PAIN, NO GAIN”.
Mi presento all’appuntamento con il terrore di passare davanti a tutti quegli specchi che tappezzano la palestra a voler dire “Guarda che fisico di merda ti ritrovi!” o, ai pochi fortunati, “Ma quanto figo/a sei!!!” [inutile dire che rientro nella prima categoria].
Affronto il tappeto rotante e, miracolosamente, le gambe girano. Il fiato è un’altra storia e stantuffo come una vecchia locomotiva. Certo, corro più veloce degli altri 3 compagni di fatica, ma faccio un rumore imbarazzante. I giovani mi guardano un tantino schifati, ma che ci fa nel regno della figa, una vecchia locomotiva sudata e rumorosa come quella?
Me ne fotto. Oppure devo cambiare palestra: me ne fotto.
Passo agli addominali, mentre il mio corpo cerca di eliminare le tossine accumulate in mesi di baldorie alimentari, e sudo, e sono paonazza, e da cesso divento una cloaca.
Ripeto: me ne fotto.
Tappetino, peso da 2,5 kg, palla da pilates e inizio la serie.
Vicino a me un ragazzo, giovane, molto giovane che è lì da almeno mezz’ora e non ha nessuna intenzione di smettere. Con un occhio lo guardo, anzi lo ammiro, per la flessuosità, per la resistenza, per l’originalità dei suoi esercizi e, per non sudare una sola goccia, per non respirare di un solo decibel più intensamente. Tutto così naturale, fluido, come se stesse sul divano a guardare un film.
Finisco ciò che dovevo fare e lo lascio ancora continuare le sue prodezze addominali.
Dopo poco la mia seduta è tolta. E’ il primo giorno, mi fermo qui.
Una cena senza nulla di cui avesssi voglia e, il mattino seguente, prova bilancia: 1.8 kg in più rispetto la mattina prima.
Prendo la pistola per suicidarmi con un colpo secco ma, haimè, ho finito le pallottole. Rimando.
Insisto, la parola d’ordine è: RESISTERE (sto facendo la dieta in cordata con un amico che non posso tradire).
Secondo giorno. Un inferno. Ho fame alle 11 del mattino. Pranzo a frutta alle 13. Alle 3 del pomeriggio lecco la scrivania.
E’ dura, molto dura.
Ma insisto, la parola d’ordine è: RESISTERE.
E per caso scopro che il mio vicino di addominali del giorno prima è un ballerino del musical Priscilla e capisco tante cose.
E, mi convinco ancora di più che… la parola d’ordine è: RESISTERE!!!!
😀
Pimpra
antigonewoland
/ 21 Maggio 2013ho smesso di fumare e ho ridotto drasticamente l’alcohol e questo fa si che pure io abbia una fame atavica… non dico altro.
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PIMPRA
/ 21 Maggio 2013Siamo nella stessa barca…!!!
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laura
/ 22 Maggio 2013Resisti!!! 😀
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PIMPRA
/ 22 Maggio 2013Laura ci puoi contare! 😉
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teacher
/ 22 Maggio 2013Da quando sei tornata… mi sembri piu agguerrita!! Parola d’ordine: RESISTI (ma non sciuparti!! 🙂 )
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