LE OLIMPIADI SI COLORANO DI SCHWARZ(ER)

Dispiace. Dispiace enormemente. I colori dei cerchi olimpici si di tingono di nero. Sentimento di vergogna. Ma non solo questo.

Alex Schwarzer è, prima di tutto, un uomo, e come tale, passibile di errori più o meno grandi. Certo, gli alti valori dello sport, dovrebbero portare tutti coloro che li praticano sulla sana via della verità, dell’onestà, della fatica senza l’imbroglio, ma non è sempre così. A volte non è possibile restare “puliti, onesti”.

Va da sè che non giustifico l’utilizzo di doping per affrontare una qualsiasi prova sportiva, per di più olimpica, ma, considerati i tempi, non sono neppure particolarmente sconvolta.

Cosa chiediamo agli atleti? Performances ai limiti dell’umana sopportazione, limiti che si spostano di minuti, centimetri, punti ogni anno. Non vogliamo uomini e donne che fanno sport, chiediamo eroi, macchine, superman, wonderwoman.

Non sempre la tempra fisica è supportata da altrettanta forza mentale, o non lo è per un tempo accettabilmente lungo. Qualcosa si modifica, cambia la biochimica e la prestazione non è più da primato.

Non credo sia facile indossare le vesti di un campione. Portare su di sè il peso di aspettative enormi, grevi come fardelli. Ed andare avanti a testa bassa, a soffrire, a sacrificarsi a rinunciare a tutto di sè per la gioia di una medaglia, specie se olimpica.

Non mi sento di tirare altre frustate sulla pelle del povero Alex, che di suo sta già soffrendo  perchè, se uno è atleta vero e vince imbogliando, porta- nel suo profondo essere- la colpa di quanto ha fatto, la vergogna. Se  viene scoperto prima e ha il coraggio di smascherare se stesso, la sua umana debolezza, il suo errore ecco che torna uomo, forse anche migliore di prima perchè consapevole dell’inganno.

E’ colpa di tutti noi che lo guardiamo senza praticarlo, lo sport, che siamo pronti a dichiarare finita Federica Pellegrini perchè è arrivata quinta alle sue gare di nuoto, è colpa nostra se lo sport non è più sano perchè i nostri occhi ingordi vogliono solo la luce del metallo più prezioso e chi non lo possiede, non lo vince, finisce nel buio etichettato come persona “finita”, che non vale (più) nulla.

“Schwarzer” in tedesco : diffamatorio, negro, più nero, nero… come se, nel cognome che Alex porta, fosse già scritto il suo destino.

Da ex-atleta mi auguro che lui e tutti coloro che, per diverse ragioni, sono caduti nella trappola del doping, possano risorgere, se non come atleti, come persone. Come uomini e donne migliori. E sarà già un grande insegnamento per tutti.

Pimpra

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3 commenti

  1. teacher

     /  8 agosto 2012

    Si, errare humanum est. Piangere in tv, no. La solita storia, ho fatto tutto da solo, non regge più. Vorrei proprio capire come riesci a farti un iniezione in vena, perfetta al primo colpo, senza farti male, sbagliare vena ecc.. succede agli infermieri, figurati a uno che di “mestiere” fa il marciatore.
    Sarebbe stato molto meglio e più plausibile essere scoperti e poi negare tutto.. tutti avremmo pensato che fosse stato per un errore, per una “pomata” presa per caso… insomma, sarebbe uscito macchiato, ma con un minimo d’onore.
    Così invece, soffrirà più di Sisifo….

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  2. antigonewoland

     /  10 agosto 2012

    non seguo le olimpiadi, per i motivi che tu hai citato. alla fine le olimpiadi non sono altro che un grande circo mediatico dove al posto delle bestie ci stanno gli umani, esseri senzienti. Davanti allo schermo o sulle tribune persone annoiate, con la birra e il panino, che guardano inermi altri che danno spettacolo di se. Non mi stupisco che, come dici tu, si arrivi all’inganno del doping oppure calciopoli. Del resto aggiunge pepe rendendo più imprevedibile e frizzante la gara. Un pò come una nuova coreografia a teatro…
    si è perso quello spirito decoubertiniano: vinca il migliore. Sarà vero per chi guarda? Non per chi sta sulla pista. Non più. Dalla parte degli spalti…però ci sono comportamenti anche peggiori che travalicano lo spirito decoubertiniano. Su fb ho diversi amici appassionati di quella o quell’altra squadra che scrivono insulti personali agli avversari. Onestamente non lo tollero. Trovo la cosa assolutamente incivile e barbarica. Anzi no i barbari erano migliori, loro mica insultavano il cinghiale nella lotta anzi spesso consideravano l’animale ucciso un talismano. Un totem attraverso cui si ingraziavano gli dei e aquisivano la sua forza.

    sono nauseata.
    e mi sto informando per andare a giocare in una squadra femminile di rugby. Forse uno dei pochi sport onesti rimasti.

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