Al bancone della usuale Torrefazione per il caffè che ha il compito di tenermi sveglia, operativa e ricettiva, dopo la pausa pranzo delle 13.00.
Sono, stranamente, da sola. Il bar è quasi deserto, la clientela rubata dai concorrenti con le sedie e i tavolini all’aperto, è primavera, il sole sorride e l’aria è decisamente molto più tiepida.
Rimuguino la mia mattinata, le cose che ancora mi aspettano in questa lunga giornata, sono completamente assorta.
La giovane ragazza dietro al bancone mi chiede se voglio il solito, ed io, meditativa come sono, mi limito ad un cenno del capo ma qualcosa ruba la mia attenzione.
Entra un uomo, non lo distinguo perfettamente, è in controluce, ma mi accorgo molto bene della reazione della giovine ragazza che diventa rossa. Faccio più attenzione, è straordinariamente bello, così alto e longilineo, vestito in modo elegante seppure informale, non ha un solo pelo fuori posto.
Fa la sua ordinazione scegliendo di avvicinarsi a me, anche se il bancone vuoto del locale gli permetteva uno spazio molto più intimo, solo suo. Ordina lo stesso caffè che prendo io, in modo molto gentile. Ha una bella voce calda.
Non sono una di quelle donne che danno soddisfazione ai belli, non mi piace guardarli, perciò, distolgo subito lo sguardo.
Mi diverto invece ad osservare la reazione della “cucciola” che ci serve il caffè, si muove veloce (cosa per lei molto inusuale) ed è tutta rossa quando porge la tazzina al bel tipo che, consapevole di tutta la sua portata testosteronica, la guarda con occhi gentili e le sorride.
Mi godo la scena e valuto il potere immenso della bellezza, del fascino. Non deve essere sempre facile da gestire, gli occhi di tutti addosso anche quando non si ha voglia di essere guardati, il dovere di invecchiare bene, la responsabilità di portare in giro i doni di dio usandoli – possibilmente – in modo responsabile.
Il caffè è finito e mi accingo a pagare ma l’uomo, al quale non avevo mai rivolto la parola, chiede se può offrirmi lui il caffè, è di passaggio in città e desidera celebrarne la bellezza “Trieste mi ha stregato, mi permetta di offrirle il caffè per rendere onore a tanta bellezza”.
Affascinante fino in fondo, garbato e gentile. Un po’ arrossita anche io, l’ho guardato sorridendo, dicendogli “Trieste ringrazia”.
Un incontro da film, in un tranquillo giovedì di marzo.
Pimpra
masticone
/ 22 marzo 2012sei una sciupa-uomini 🙂
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PIMPRA
/ 22 marzo 2012…Magari… non hai letto bene il post, il sex symbol è il signore del bar, non la sottoscritta! 🙂
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masticone
/ 22 marzo 2012naaaaa… sei te la cuccona….
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PIMPRA
/ 22 marzo 2012naaaaaaaaaaaaaa … mi piacerebbe, quello sì, ma si è trattato solo di un gesto di cavalleria nei confronti della più “anziana”… 🙂
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masticone
/ 22 marzo 2012sei una straficona ed è giusto che ti si riconosca… bella fuori ma soprattutto dentro…
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PIMPRA
/ 22 marzo 2012… 🙂 … vabbè, facciamo finta che… 😉
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masticone
/ 22 marzo 2012I know what I am talking about….
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PIMPRA
/ 22 marzo 2012… flattée …
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tino71
/ 22 marzo 2012Elegante e garbato, ma il sex simbol è lui o tu???
difficile vedere un bell’uomo, molto più facile vedere un bella donna soprattutto a Trieste.
Nella foto di Valentino (splendido nome…) ho notato la calligrafia, STUPENDA, rimpiango i tempi in cui a scuola si insegnava “asta e filetto” la calligrafia dei ragazzi è incomprensibile!
tino71
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PIMPRA
/ 22 marzo 2012Ma come??? Che cosa c’entro io con il sex symbol???? ma scusa, non si capisce che è il signore elegante e garbato per cui la cucciolotta si sdilinquiva??? il caffè lo ha offerto alla più vecchia, come prevede la più alta cavalleria!!! 🙂
Si, bella calligrafia, anche questo, abbiamo preso… 😦
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tino71
/ 22 marzo 2012Sì, si capiva che il sex symbol era l’uomo. Un uomo galante, frase un po’ da film uno deve essere davvero “figo” per potersi permettere di dire certe cose altrimenti sai che risate!
Bisogna tornare ad usare la stilografica alle elementari e pagine intere di letterine, altrochè progetti del cavolo.
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PIMPRA
/ 23 marzo 2012Caro Tino, sai che sulla stilografica mi troverai SEMPRE d’accordo… 🙂
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antigonewoland
/ 23 marzo 2012Io ho una watermann comprata esclusivamente per poter scrivere sulla mia moleskine.
a parte questo io credo che il dovere di ciascuno, bello o brutto che sia, sia di volersi bene. Credo che se ci si vuole bene, molta bellezza che magari non è esteriore, viene fuori da dentro. Credo che se ci si vuole bene anche in campo di vestiario si crea il proprio stile su misura e non si seguano le mode (i giovani d’oggi – e non solo, anche tra i miei coetanei – tino non solo scrivono male ma si vestono anche peggio…seguendo il branco.) vestiti che quindi portano in primo piano i nostri pregi. se si sta bene con se stessi, va tutto bene, ed anche se va male, è solo un periodo 🙂
se ci si vuole bene ci si può permettere il lusso di essere gentili, galanti e cavallereschi. 🙂
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PIMPRA
/ 23 marzo 2012Ahahhhh vedo che abbiamo un’altra amica patita di stilografiche! benvenuta nel club! io sono una grande amante/collezionista! 🙂
Volersi bene a volte è una delle più grandi sfide con noi stessi, certo che se la vinciamo la vita acquista un sapore così gradevole che, nulla e nessuno, possono toglierci!
Sul vestiario mi trovi completamente d’accordo!
ps mi piace la tua vena positiva! vai così! 🙂
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tino71
/ 23 marzo 2012antigone hai ragione! Se uno si vuole bene e si piace piacerà anche agli altri più facilmente. Certo poi la bellezza è un dato indiscutibile ma ognuno può valorizzare le sue caratteristiche. Anch’io uso la moleskine con una aurora la carta non è il massimo ma passabile. Prima o poi mi compro la mont blanc
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PIMPRA
/ 23 marzo 2012La moleskina non è precisamente adatta alla stilo, carta troppo sottile e assorbnete, l’inchiostro passa oltre e macchia un po’ ma… essendo oggetto di culto o si sceglie la pagina o la stilo… 🙂
Mont blanc, usata, proveniente da Singapore: una goduria! chissà cosa avrà scritto nella sua vita, prima di diventare mia… sai le storie che potrebbe raccontare…
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tino71
/ 23 marzo 2012cantami o musa una valida alternativa alla moleskine. La tua mont blanc ha una vita da raccontare, ha un’ anima.
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PIMPRA
/ 23 marzo 2012Per esempio imitazione della stessa moleskina, ma la cosa migliore da fare, secondo me, è andare “a palpo” la carta giusta, la senti tra le dita, va toccata, annusata, delicatamente soppesata… insomma, come farci all’amore… 😉
Tanti oggetti in mio possesso avrebbero delle storie bellissime da raccontare… è il tempo che manca… 🙂
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antigonewoland
/ 23 marzo 2012mah io con la mia moleskine, con la waterman, mi ci trovo bene 🙂
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PIMPRA
/ 23 marzo 2012Non potrei vivere senza moleskina, perciò, siccome la stilo passava troppo oltre, ho cambiato penna… 🙂
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